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domenica 16 febbraio 2014

Alce Nero

Foto con il giovane Alce Nero
a sinistra, con suo padre.
"Hehaka Sapa" in Lakota
"Black Elk" in Inglese 
 "Alce Nero" in Italiano
(dicembre 1863 – agosto 1950)
 Sioux Teton  Lakota Ogllala 

Alce Nero è stato uno sciamano (in lingua Lakota: Wichasha Wakan) presso gli Ogllala, una tribù delle praterie della famiglia Teton Sioux Lakota, nell'America del Nord, nei territori ora denominati Montana, Dakota e Wyoming, stati degli USA. Figlio di uno sciamano, era cugino di secondo grado di Cavallo Pazzo.
Alce Nero ha raccontato che più volte durante la sua vita, ha avuto diverse visioni in cui ha imparato cose che avrebbero aiutato il suo popolo. Nella sua "grande visione", all'età di nove anni, ha raccontato di aver incontrato lo Spirito che guida l'universo e visto un grande albero che simboleggia la vita della terra e del popolo indiano. Non ha parlato di questo a nessuno fino alla vecchiaia, ma la sua famiglia, a quanto pare, ha compreso che era un chiaroveggente subito dopo la sua presunta "malattia". Giovanissimo, ad appena 12 anni Alce Nero partecipò alla battaglia di Little Big Horn (1876), in cui Gall e gli Hunkpapa guidati da Toro Seduto, e Cavallo Pazzo degli Oglala che guidava Oglala e Minneconjou, Sans Arc, Piedi Neri, Shyela, Santee e Yanktonai, inflisseroro una memorabile sconfitta all'esercito degli Stati Uniti.
Nel 1887, all'età di 24 anni, si recò in Inghilterra al seguito dello spettacolo circense di Buffalo Bill, Wild West Show. Fu una spiacevole esperienza, come scrisse successivamente nell'autobiografia Alce Nero parla. Su richiesta della Corona, l'intero spettacolo fu rappresentato esclusivamente per la regina Vittoria; inoltre tutto il personale fu convocato alla Festa per i suoi cinquant'anni di regno.
Successivamente tornò negli Stati Uniti. Nel 1890 combattè a Wounded Knee, dove rimase ferito e gli indiani furono sconfitti.
Mappa dei territori Lakota con le piste percorse dai "bianchi", i loro forti,
le battaglie dei Lakota con i loro alleati contro le truppe statunitensi
 e il percorso dei Nez Percé nella loro fuga.
Nel 1892 Alce Nero si sposò con Katie War Bonnet. Successivamente la moglie si convertì al cattolicesimo, e tutti e tre i loro figli furono battezzati come cattolici. Dopo la morte della moglie, avvenuta nel 1903, anche lui fu battezzato col nome di Nicola Alce Nero e iniziò a prestare servizio come catechista. Continuò a svolgere la missione di sciamano tra la sua gente, non ravvisando nessuna contraddizione nell'abbracciare ciò che riteneva vero nelle tradizioni del Wakan Tanka e negli insegnamenti del cristianesimo. Nel 1905 si risposò con Anna Brings White, una vedova con due figlie. Insieme ebbero altri tre figli; rimase sposato fino alla sua morte nel 1941.
Alce Nero, ormai vecchio,
 con la Sacra Pipa
Negli ultimi della sua vita, Alce Nero ha raccontato tutto il suo passato a John Neihardt e Giuseppe Epes Brown, ai quali ha rivelato anche una serie di rituali sacri Sioux. La sua storia suscitò molto interesse ed ebbe vasta approvazione. Questo corpus di interviste ad Alce Nero rappresenta uno dei pochi memoriali di un leader spirituale nativo americano della generazione contemporanea a Cavallo Pazzo e Nuvola Rossa. Ovvero della generazione che ha vissuto il periodo di transizione tra il "vivere in armonia nella propria terra nativa" e "venire combattuti e cacciati dalla propria terra per essere, negli anni seguenti, chiusi in riserve". Essendo stato il lakota una lingua orale fino al 1840 (anno della sua trascrizione ad opera dei missionari), la sua testimonianza diretta ha assunto una indiscussa rilevanza antropologica. La sua visione, i riferimenti alla cosmogonia Lakota e ad importanti elementi tradizionali - come il senso tribale della «Sacra Pipa», la concezione della relazione tra la realtà materiale e il mondo dello spirito e il concetto di interrelazione tra tutte le cose viventi - sarebbero andati persi per sempre, senza il lavoro di Neihardt e Brown.

"Guarda, riempio questa pipa sacra con la corteccia del salice rosso; ma prima che la fumiamo, devi vedere come è fatta e cosa significa. Questi quattro nastri che pendono qui dalla cannuccia sono i quattro quadranti dell'universo. Quello nero rappresenta l'ovest, dove gli esseri del tuono vivono per mandarci la pioggia; quello bianco il nord, da dove viene il grande vento bianco che purifica; quello rosso l'est, dove sorge la luce e dove vive la stella del mattino per dare saggezza agli uomini; quello giallo il sud, da dove viene l'estate e il potere che fa crescere. Ma questi quattro spiriti sono soltanto un unico Spirito, in realtà, e questa penna d'aquila qui sta a rappresentare quell'Uno, che è come un padre, e anche per significare che i pensieri degli uomini dovrebbero salire in alto come fanno le aquile. Forse che il cielo non è un padre, e la terra una madre, e non sono tutte le cose viventi, con piedi, con ali o con radici i loro figli? E questa pelle qui sul bocchino, che dovrebbe essere pelle di bisonte, rappresenta la terra, dalla quale proveniamo e dal cui seno poppiamo tutta la vita come bambini, così come gli animali, e gli uccelli e gli alberi e le erbe. E appunto perché significa tutto questo, e molte altre cose ancora che l'uomo non può capire, la pipa è sacra."       Da "Alce Nero parla", di John Neihardt.

"Ogni cosa fatta dai Poteri del mondo è a forma di cerchio. Il cielo è rotondo, la terra è rotonda e così tutte le stelle. Il vento, al massimo della sua forza, turbina in cerchio, gli uccelli fanno i loro nidi circolari poiché la loro religione è uguale alla nostra."                                                     Alce Nero

"Hey Hey! Hey Hey! Hey Hey! Hey Hey! Progenitore, Grande Spirito, Tu fosti da sempre e prima di Te nessuno era, e Tu solo sei, a Te noi preghiamo. Tu stesso e tutto ciò che Tu vedi, tutto viene da Te.
Tu hai creato il popolo delle stelle dell’Universo. Tu hai creato le quattro Direzioni Celesti. Tu hai creato il giorno e tutto quello che accade durante il giorno. Progenitore, Grande Spirito, chinati verso la terra affinché Tu possa udire la mia voce. Tu che abiti là, dove il sole tramonta, guardami! Voi esseri del Tuono guardatemi! Tu che abiti dove il gigante bianco vive nel suo potere guardami! Tu che abiti dove sempre splende il sole, da dove proviene la Stella del Mattino e il giorno, guardami! Tu che abiti dove vive l’estate, guardami! Tu nelle profondità del cielo, potente aquila, guardami! Anche Tu, Madre Terra, Madre di noi tutti, Tu che hai avuto compassione dei tuoi figli!
Ascoltatemi, voi quattro Direzioni del Cielo, io sono vostro congiunto! Datemi la forza di camminare su questa buona terra, unito a tutto quello che c’è. Datemi occhi che vedono, datemi la saggezza, affinchè io diventi uguale a voi. Solo con il vostro aiuto io posso tenere il mio viso nel vento. Grande Spirito, Grande Spirito, mio Progenitore! Tutto ciò che vive, tutti gli esseri viventi sulla terra intera si somigliano gli uni agli altri. Teneri e vulnerabili vengono fuori dalla terra. Guarda i visi di questi innumerevoli figli, che portano di nuovo bambini in braccio, affinché possano reggere il respiro dei venti e possano camminare su buone strade fino al giorno della pace. 
Questa è la mia preghiera, ascoltami! La mia voce è debole, ma io te l’ho mandata con tutto il cuore. Ascoltami!
Hetschetu aloh!"                                                                             Invocazione-preghiera di Alce Nero

Raffigurazione della Donna
 Bisonte Bianco con la Sacra Pipa
La Donna Bisonte Bianco (White Buffalo Woman) e il dono della Sacra Pipa - Da: "La Sacra Pipa" di Alce Nero: Una mattina di buonora, or sono molti, molti inverni, due Lakota (1) erano a caccia con archi e frecce e, mentre dall'alto di un colle scrutavano la zona in cerca di selvaggina, videro qualcosa che di lontano procedeva verso di loro in maniera molto strana e meravigliosa. Quando la cosa misteriosa si fu avvicinata videro che era una donna bellissima. Era vestita di pelle di daino bianca e portava un involto sulle spalle. Era talmente bella che a uno dei Lakota vennero cattive intenzioni. Confidò all'amico il suo desiderio ma l'altro, che era buono, gli disse che non doveva farsi venire di quei pensieri perché quella era sicuramente una donna wakan.(2) La misteriosa creatura adesso era molto vicina ai due. Posò a terra l'involto e chiese a quello con cattive intenzioni di andare da lei. Come il giovane si fu avvicinato alla donna misteriosa, lui e lei vennero avvolti da una grande nuvola che, sollevatasi poco dopo, rivelò la sacra donna e, là ai suoi piedi, l'uomo con i cattivi pensieri divorato da serpenti terribili e ormai ridotto alle sole ossa.(3)
« Poni mente a quello che vedi! », disse la strana donna all'uomo buono. « Sto andando dalla tua gente e desidero parlare al tuo capo Corno Cavo in Piedi.(4) Va' da lui e digli di allestire un grande tipi(5) in cui adunare tutto il popolo. Preparatevi alla mia venuta. Desidero dirvi qualcosa di molto importante! ». Allora il giovane si recò al tipi del suo capo e raccontò tutto quello che era successo; disse anche che la donna sacra si accingeva a fare una visita e che tutti si dovevano preparare. Allora il capo, Corno Cavo in Piedi, fece smontare parecchi tipi e con essi ne fece costruire uno grande, come aveva ordinato la donna sacra.(6) Mandò poi un banditore a dire al popolo di indossare gli abiti migliori e di adunarsi immediatamente nella tenda. Naturalmente tutti erano eccitatissimi mentre attendevano nella grande tenda l'arrivo della donna sacra: tutti si domandavano di dove venisse la donna misteriosa e che cosa avesse da dire. Di lì a poco i giovani che si erano messi in vedetta per scorgere l'arrivo della wakan annunciarono di aver visto qualcosa di lontano che avanzava verso di loro con belle movenze, ed ecco che improvvisamente ella entrò nella tenda, la percorse tutta secondo il cammino del sole(7) e si fermò di fronte a Corno Cavo in Piedi.(8) 
Scaricò l'involto che portava sulle spalle e, reggendolo con tutte e due le mani davanti al capo, disse: « Osservatelo e amatelo sempre! Esso è lela wakan(9) e dovete trattarlo come tale. A nessun uomo impuro sarà mai permesso posarvi gli occhi sopra, perché questo involto contiene una pipa sacra. Con essa, negli inverni che verranno, invierete le vostre voci a Wakan-Tanka, vostro Padre e Progenitore».(10) Detto questo, la donna misteriosa estrasse una pipa dall'involto, e anche una piccola pietra rotonda che pose a terra. Innalzando la pipa con il cannello rivolto verso i cicli, disse: « Con questa sacra pipa camminerete sulla Terra, poiché la Terra è vostra Progenitrice e vostra Madre,(11) ed Essa è sacra. Ogni passo mosso sopra di Lei dovrebbe essere come una preghiera. Il fornello di questa pipa è di pietra rossa; esso è la Terra. Inciso nella pietra e rivolto verso il centro c'è questo vitello di bisonte che rappresenta tutti i quadrupedi(12) che vivono su vostra Madre. Il cannello della pipa è di legno e rappresenta tutto quello che cresce sulla Terra. E queste dodici penne che pendono qui dove il cannello si incastra nel fornello vengono da Wanbli Galeshka, l'Aquila Chiazzata,(13) e rappresentano l'aquila e tutti gli esseri alati dell'aria. Tutti questi popoli e tutte le cose dell'universo si uniscono a voi che fumate la pipa, tutti mandano le loro voci a Wakan-Tanka, il Grande Spirito. Quando pregherete con questa pipa pregherete per e con ogni cosa ».
Allora la donna wakan mise a contatto la base della pipa con la pietra rotonda che era a terra, e disse: « Con questa pipa sarete legati a tutti i vostri parenti: al vostro Progenitore e Padre, alla vostra Progenitrice e Madre. Questo sasso rotondo, che è della stessa pietra rossa del fornello della pipa, anch'esso vi è stato dato da vostro Padre Wakan-Tanka. Esso è la Terra, vostra Progenitrice e Madre, ed è dove voi vivrete e vi moltiplicherete. Questa Terra che Egli vi ha dato è rossa, e gli esseri a due gambe che vivono sulla Terra sono pure rossi, e il Grande Spirito vi ha dato anche un giorno rosso e una via rossa.(14) Tutto questo è sacro, non dimenticatelo. Ogni alba che spunta è un sacro evento, e ogni giorno è sacro perché la luce viene da vostro Padre Wakan-Tanka; e dovreste anche ricordarvi sempre che gli esseri a due gambe e tutti gli altri popoli che sono su questa terra sono sacri e dovrebbero essere trattati come tali. D'ora in avanti la pipa sacra sarà su questa Terra rossa, e gli esseri a due gambe prenderanno la pipa per mandare le loro voci a Wakan-Tanka. Questi sette cerchi(15) che vedete sulla pietra sono pregni di significato perché rappresentano i sette riti in cui la pipa sarà adoperata. Il primo cerchio grande rappresenta il primo rito che io vi insegnerò: gli altri sei cerchi rappresentano i riti che col tempo vi saranno rivelati direttamente.(16) Corno Cavo in Piedi, sii buono con il tuo popolo e onora questi doni perché essi sono wakan! Con questa pipa gli esseri a due gambe si moltiplicheranno e a loro verrà tutto quello che è buono. Wakan-Tanka ti invia dal ciclo questa pipa sacra affinchè per suo tramite tu possa avere la conoscenza. Devi essere sempre grato di questo grande dono! Ma ora, prima di andarmene, desidero darti istruzioni sul primo rito in cui il tuo popolo userà questa pipa. Deve essere per te un giorno sacro quando muore uno della tua gente. Allora dovrai custodirgli l'anima(17) come ti insegnerò, e così facendo acquisterai molto potere; perché se quell'anima sarà custodita essa aumenterà in te la cura e l'amore per il tuo prossimo. Fin tanto che la persona, nella sua anima, viene custodita presso il tuo popolo, tramite lei potrai inviare la tua voce a Wakan-Tanka. (18) Deve essere un giorno sacro anche quando un'anima è liberata e torna alla sua casa, da Wakan-Tanka, perché quel giorno saranno rese sacre quattro donne che in futuro genereranno figli, i quali percorreranno il sentiero della vita in modo sacro, assurgendo a esempio del tuo popolo. Guarda Me, perché sono Io che essi metteranno in bocca, ed è così facendo che diventeranno wakan. Colui che custodisce l'anima di una persona dev'essere un uomo buono e puro e deve adoperare la pipa in modo che tutto il popolo, con l'anima, mandi la propria voce a Wakan-Tanka. I frutti di tua Madre, la Terra, e i frutti di tutto quello che essa ha il potere di generare saranno benedetti in questo modo e allora la tua gente percorrerà il sentiero della vita in maniera sacra. Non dimenticare che Wakan-Tanka ti ha dato sette modi per inviargli le tue voci. Fin tanto che lo ricorderai vivrai; il resto lo saprai da Wakan-Tanka direttamente ».
La donna sacra si accingeva a lasciare la tenda ma volgendosi di nuovo a Corno Cavo in Piedi disse:
« Osserva questa pipa! Ricorda sempre quanto essa è sacra e trattala come tale perché ti porterà fino alla fine. Ricorda: in me ci sono quattro età.(19) Ora sto per andarmene ma mi volgerò a guardare il tuo popolo in ogni età, e alla fine ritornerò ». Rifatto il giro della tenda secondo il cammino del sole, la donna misteriosa partì ma, percorso un breve tratto, volse lo sguardo verso il popolo e si sedette. Quando si alzò il popolo vide con stupore che era diventata un vitello di bisonte rosso e marrone. Poi il vitello si allontanò, si sdraiò, si rotolò per terra voltandosi a guardare il popolo e quando si rialzò era un bisonte bianco. Il bisonte bianco riprese a camminare, si rotolò per terra e divenne un bisonte nero. Poi questo bisonte si allontanò ancora dal popolo, si fermò e, dopo essersi inchinato a ognuno dei quattro quadranti dell'universo, scomparve oltre il colle.
Note:
(1) Lakota si chiamano le tribù occidentali dei Dakota o Sioux (i Teton Sioux): Dakota sono propriamente quelle orientali, Nakota le centrali (N.d.T.).
(2) In tutto il libro abbiamo tradotto la parola lakota wakan con « sacro » e talvolta con « santo » invece che con « potere » o « potente », come hanno fatto alcuni etnologi. La loro può essere una traduzione corretta tuttavia non è del tutto esatta perché per i Sioux, e in generale per tutti i popoli fedeli alle tradizioni, il « potere » (in effetti la « sacralità ») di un essere o di un oggetto è proporzionale alla misura in cui esso si avvicina al suo prototipo; o meglio, è proporzionale alla misura in cui l'oggetto o l'atto riflette nel modo più diretto il principio o i principi che sono in Wakan-Tanka, il Grande Spirito, che è Uno.
(3) Alce Nero mise l'accento sul fatto che questo non va interpretato solamente come un evento nel tempo, ma anche come una verità eterna. « Chiunque », egli disse, «sia schiavo dei sensi e delle cose di questo mondo, è uno che vive nell'ignoranza e che è consumato dai serpenti, simboli delle passioni ».
(4) Hehlokecha Najin.
(5) II lemma « tipi », più spesso scritto con la grafia inglese teepee, indica la capanna, a forma conica, costruita con pelle di bisonte su uno scheletro di aste unite all'estremità superiore, tipica dei pellirosse del Nord America (N.d.T.).
(6) La capanna da cerimonia sioux è montata su ventotto pali. Uno di questi è la « chiave » che tiene ritti tutti gli altri, ed i sacerdoti dicono che questo palo rappresenta Wakan-Tanka che sostiene l'universo, rappresentato dalla capanna nel suo insieme.
(7) La circumambulazione secondo la parabola solare, ovvero in senso orario, è compiuta dai Sioux in quasi tutte le occasioni. Tuttavia qualche volta, in una danza o in qualche altra circostanza precedente o seguente una grande catastrofe, il movimento viene fatto in senso antiorario perché, in quel coro, quel movimento imita gli Esseri del Tuono che si comportano sempre in modo antinaturale e arrivano in modo terrificante, spesso recando distruzione.
Una volta Alce Nero spiegò in questi termini la ragione della circumambulazione secondo la direzione del sole: « Non è forse il Sud la sorgente della vita, e non è forse vero che per il potere del Sud il ramo fiorisce? E l'uomo, non avanza egli forse di là verso il tramonto della sua vita? Non si avvicina allora al più freddo Nord, dove sono i capelli bianchi? E non arriva poi, se vive, alla sorgente della luce e dell'intendimento che è l'Oriente? E non torna poi al punto da cui aveva cominciato, alla sua seconda infanzia, per restituire colà la sua vita a tutta la vita, e la sua carne alla terra da cui era venuta? Più ci pensi e più vi scopri altri significati » (da “Alce Nero parla”, trad. it. cit.).
(8) Corno Cavo in Piedi, in quanto guida del suo popolo, deve essere seduto a ovest, al posto d'onore, perché chi siede a ovest all'interno di un tipi ha di fronte l'ingresso o l'Est, da cui viene la luce, cioè la saggezza; e sempre un capo deve avere questa luce, se vuole guidare la sua gente in maniera sacra.
(9) « Molto sacro ».
(10) Wakan-Tanka come Progenitore è il Grande Spirito senza manifestazioni, senza attributi, senza limiti, identico alla Divinità cristiana o al Brahma-Nirguna indù. Wakan-Tanka in quanto Padre è il Grande Spirito considerato in rapporto al suo manifestarsi come Creatore, Preservatore o Distruttore, identico al Dio cristiano o al Brahma-Saguna indù.
(11) Come in Wakan-Tanka si distinguono un Progenitore e un Padre così anche la Terra è considerata sotto due aspetti, quello di Progenitrice e quello di Madre. La Terra è Progenitrice in quanto potenzialità, terreno o sostanza di tutte le cose che hanno crescita; è Madre in quanto atto, in quanto produttrice di tutte le forme che crescono. Questa distinzione è analoga a quella fatta dagli Scolastici cristiani tra natura naturans e natura naturata.
(12) II bisonte era per i Sioux il quadrupede più importante poiché forniva il cibo nonché il materiale per gli indumenti e le abitazioni che erano fatti con la pelle conciata della bestia. Poiché il bisonte conteneva tutte queste cose in se stesso, e per molte altre ragioni, esso era un simbolo naturale dell'universo, la totalità di tutte le forme manifeste. Tutto è simbolicamente contenuto in questo animale: la terra e tutto quello che cresce da essa, tutti gli animali e perfino gli esseri a due gambe; e in ogni specifica parte della bestia l'Indiano vede una di queste « parti » della creazione. Inoltre il bisonte ha quattro zampe, e queste rappresentano le quattro età, condizione integrale della creazione.
(13) Poiché di tutte le creature quella a volare più in alto e a vedere tutto è Wanbli Galeshka (l'Aquila Chiazzata), essa è considerata Wakan-Tanka sotto certi aspetti. È un uccello solare, le sue penne sono viste come raggi del sole, e quando un Indiano ne porta una con sé o ne ha una indosso, la penna rappresenta - o piuttosto è — la « Presenza Reale ». Colui che porta l'acconciatura da guerra di penne d'aquila di fatto diventa l'aquila ma questo equivale a dire che egli identifica se stesso, il suo Io reale, con Wakan-Tanka. L'Aquila Chiazzata corrisponde esattamente al Buddhi della tradizione indù, che è l'Intelletto ovvero il principio senza forma che trascende ogni manifestazione. Inoltre il Buddhi è detto spesso essere un raggio che emana direttamente dall'Atma, il sole spirituale. Da quanto si è detto dovrebbe essere chiaro quello che realmente si intende nel canto, spesso mal compreso, della Danza dello Spettro: « Wanbli Galeshka wana ni he o who », è « L'Aquila Chiazzata sta venendo per portarmi via ».
(14) La « via rossa » è quella che va da nord a sud, ed è la via buona e diritta, dato che per i Sioux il Nord è la purezza e il Sud è la scaturigine della vita. Questa « via rossa » è quindi simile alla «via diritta e stretta» dei cristiani: è l'asse verticale della Croce, o l'ec-cirata, el-mustaqim della tradizione islamica.
Peraltro i Sioux hanno la « via nera » o « blu » che va da ovest a est e che è la via dell'errore e della distruzione. Colui che percorre questo sentiero, ha detto Alce Nero, è « uno sviato, che si lascia dominare dai propri sensi e che vive per se stesso invece che per il suo popolo ».
Disposizione dei 7 cerchi.
(15) I sette cerchi sono disposti in questo modo: vedi immagine a lato
(16) Secondo Alce Nero, due di questi riti erano noti ai Sioux fin da prima della venuta della donna sacra: questi erano i riti di purificazione nella capanna sudatoria e il rito Hanblecheyapi (il pianto per ricevere una visione). Tuttavia in seguito si aggiunse a entrambi il rituale della pipa.
(17) Per tradurre la parola lakota wanagi abbiamo usato il termine « anima » preferendolo a « spirito », adoperato da molti etnologi. Riteniamo che questo termine, inteso nel senso datogli dalla Scolastica cristiana, sia più preciso perché ciò che in questo rito viene custodito e purificato è invero la totalità delle entità psichiche dell'essere che, sebbene localizzate in una forma particolare e concreta (di solito una ciocca di capelli), in realtà sono di natura sottile, intermedia tra il corpo materiale e il puro Spirito, che è la presenza di Wakan-Tanka, il « centro » tanto delle entità sottili quanto di quelle pesanti. Perciò l'anima viene custodita, nel modo che si dirà, affinché lo stato individuale possa essere prolungato e quindi possa essere purificata la parte sottile o psichica dell'essere fino a farle raggiungere una virtuale liberazione. Questo corrisponde molto da vicino al Purgatorio cristiano. Per ulteriori chiarimenti circa questa importante questione, cfr. René Guénon, “L'Uomo e il suo Divenire secondo il Védanta”, Edizioni Studi Tradizionali, Torino 1965.
(18) « È cosa buona », disse Alce Nero, « ricordarsi della morte perché ci aiuta a capire l'impermanenza della vita su questa terra, e capire questo può esserci di aiuto per prepararci alla morte. Colui che è ben preparato è colui che sa di essere niente a paragone di Wakan-Tanka, che è tutto. Allora egli conosce quel mondo che è reale ».
Anziano Piegan che fuma
dalla pipa.
(19) Secondo la mitologia sioux, all'inizio del ciclo fu messo a ovest un bisonte per respingere le acque. Ogni anno questo bisonte perde un pelo e ad ogni età perde una zampa. Quando avrà perduto tutto il pelo e tutte e quattro le zampe, le acque invaderanno tutto un'altra volta e il ciclo finirà.
A questo bisonte corrisponde in modo sorprendente il Toro Dharma (la legge divina) della tradizione indù, ogni zampa del quale rappresenta una delle quattro età del ciclo totale. Nel corso di queste quattro età (yugas) la vera spiritualità si oscura progressivamente finché il ciclo (manvantara) si chiude con una catastrofe. Allora si restaura la spiritualità primordiale e il ciclo ricomincia. Tanto gli Indiani d'America quanto gli Indù credono che al momento attuale il bisonte degli uni e il toro degli altri si reggano sulla loro ultima zampa e che siano quasi del tutto privi di pelo. Miti analoghi si potrebbero citare in molte altre tradizioni. Cfr. René Guénon, “La crisi del mondo moderno”, Edizioni Mediterranee, Roma 1972.


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